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Monteverdi, Claudio.

Compositore italiano. Avviato agli studi musicali, fu allievo di M.A. Ingegneri, maestro di cappella del duomo di Cremona. Esordì nella composizione con la raccolta Sacrae cantiunculae (1582) a tre voci, seguita nel 1583 dai Madrigali spirituali a quattro voci e, l'anno seguente, dalle Canzonette a tre voci. Come organista e suonatore di viola, fu chiamato, nel 1590 a Mantova, alla corte di Vincenzo I Gonzaga, dove rimase per ventidue anni. Durante questo periodo seguì il duca nelle Fiandre (1599), dove ebbe modo di conoscere i nuovi orientamenti della musica francese. Sposatosi con la cantante Claudia Cattaneo, nel 1603 ottenne il titolo di maestro di cappella e la cittadinanza onoraria di Mantova. La sua produzione musicale si arricchì in quegli anni di sette libri di madrigali, di cui già il primo (1587), per la sua audacia armonica e melodica, segnò un momento di rottura nella tradizione musicale italiana. Nel 1607 esordì in ambito teatrale, componendo il dramma lirico Orfeo, su libretto di A. Striggio; questo lavoro ottenne un successo straordinario e fu replicato a Torino, Milano, Cremona e Firenze. L'anno successivo, in occasione delle nozze di Francesco Gonzaga con Margherita di Savoia, compose un secondo melodramma, Arianna, del quale ci è pervenuto solo il Lamento. Con queste opere comincia la grande rivoluzione musicale di M.: l'autore, allontanandosi dal madrigale classico, si avvicina al teatro, visto come mezzo per esprimere il dramma umano in musica. Dall'estetica rinascimentale, che poneva nella forma, nell'armonia della struttura musicale tutto il valore di un'opera, si passa, cioè, a quella barocca, che vede la musica come mezzo per esprimere il contrastato mondo degli affetti umani. M., liberandosi da ogni schematismo teorico, introdusse importanti innovazioni tecniche (impiego del basso continuo, cromatismo, recitativo, dialogo fra voci), al fine di ottenere una grande intensità espressiva e la massima aderenza della musica al testo. Gli anni successivi furono molto produttivi in tutti gli ambiti musicali; di questo periodo si possono menzionare il balletto alla francese Ballo delle ingrate (1608), e il volume, pubblicato nel 1610, comprendente Missa da capella a sei voci e il Vespro della Beata Vergine (comprendente 14 brani per 1-6 voci con basso continuo o strumenti). Alla morte di Vincenzo Gonzaga, nel 1612, M. abbandonò Mantova, accettando l'ambito incarico di maestro della veneziana basilica di San Marco. A Venezia rimase sino alla morte, impegnandosi in una fervida attività creativa che gli valse l'appellativo di "Divino"; nel 1631, a seguito della morte del figlio Massimiliano, si fece ordinare sacerdote e, a partire dall'anno seguente, firmò le sue opere come "reverendo". Fra le composizioni della maturità ricordiamo i Madrigali guerrieri et amorosi (1638, contenente il famosissimo Combattimento di Tancredi e Clorinda, su testo tratto dalla Gerusalemme liberata di T. Tasso), Il ritorno di Ulisse in patria (1640) e L'incoronazione di Poppea (1643), con la quale intraprese il genere del dramma storico. Alla sua vastissima produzione musicale, e soprattutto alla profonda rivoluzione tecnica e contenutistica in essa racchiusa, guarderanno i successivi riformatori del dramma musicale, quali Gluck, Wagner e Debussy (Cremona 1567 - Venezia 1643).